Video lezioni di Iyengar Yoga

Nel mese di giugno ho tenuto sulla pagina Facebook di Yoga AKHU APS due lezioni settimanali. Penso di fare una cosa utile riunendo i link ai video in un’unica pagina in modo da consentire anche a chi non ha il profilo Facebook di seguire queste lezioni.

Chi desidera può contribuire alle attività dell”associazione Yoga Akhu APS con un contributo ad Emergency, direttamente tramite il sito, oppure con un bonifico intestato a EMERGENCY Ong Onlus 
IBAN IT65L0306909606100000073489.

Una lezione adatta per studenti intermedi con pratica di torsioni e posizioni adatte per chi ha problemi alla colonna lombare
Pratica di Iyengar Yoga per studenti principianti e intermedi, con attenzione all’equilibrio sulle gambe e posizioni in piedi
Una pratica adatta a studenti intermedi con particolare attenzione alle mani e piedi, per portare l’energia dalla periferia verso il centro del corpo
Una pratica per migliorare la flessibilità degli inguini e la stabilità delle posizioni sedute. Per studenti intermedi
Una pratica per principianti per rendere gli inguini più flessibili e preparare le posizioni sedute
Una pratica di preparazione delle posizioni “in avanti” mantenendo aperto il torace. Per tutti i livelli di pratica
Una pratica introduttiva alle posizioni che sollevano il torace lavorando sulle scapole
Una lezione per sollevare lo sterno e preparare le estensioni della colonna “indietro”
Una pratica adatta a rilassare il corpo e la mente e a preparare per il pranayama
Una pratica per rilassare il corpo e la mente e preparare il pranayama. Adatto per gli studenti intermedi

Lezione di di Iyengar Yoga per studenti intermedi a YogaDom

Dopo un po’ di tempo di lavoro completamente indipendente sono molto contenta di riprendere la collaborazione con una vera e propria scuola di Yoga, dove si tengono lezioni per allievi di ogni livello di pratica.  La scuola è YogaDom, “un centro olistico che propone le più antiche discipline orientali, che hanno aiutato l’uomo per millenni a raggiungere e mantenere l’equilibrio psicofisico” con l’obbiettivo di una evoluzione spirituale.  Ma il focus è sull’Iyengar Yoga, cui sono dedicati la maggior parte dei corsi, in un percorso che va dai principianti assoluti, e allo yoga “restorativo” per persone che devono recuperare uno stato di salute e di benessere, alle classi generali, lo yoga in gravidanza, le classi per bambini e adolescenti.

Dall’inizio di ottobre quindi ho iniziato una lezione settimanale per allievi intermedi, adatta anche ad allievi avanzati e “volenterosi”, il venerdì dalle 13 alle 14,30. D’accordo con Lorenzo ed Eva, i responsabili di YogaDom, non si tratta tanto di imparare delle posizioni più difficili, ma di abituare lo studente alla concentrazione e all’attenzione, avvicinandosi agli obbiettivi dello yoga.

Per informazioni: info@yogadom.it; tel.3466940735. La scuola si trova in Corso Chieti 19, tra Corso Belgio e Lungo Po Antonelli. 

Pratica personale: il “saluto al sole”

o Surya Namaskar è una delle pratiche di maggiore successo dello yoga contemporaneo, meritatamente. Si tratta infatti di una pratica che non richiede alcun attrezzo, oltre al tappetino e molta buona volontà, ma offre straordinari benefici fisici e mentali. E’ una pratica adattissima al periodo delle vacanze o del rientro perché permette di rimettersi in forma in breve; inoltre è una pratica completa, che si può adattare a seconda delle proprie esigenze. Non sappiamo quando sia nata questa sequenza di asana: secondo alcuni, l’origine sarebbe relativamente recente, l’inizio del secolo scorso; ma secondo altri risalirebbe addirittura al periodo vedico.

L’abitudine di eseguire asana in sequenza (Vinyasa) doveva essere comune nella scuola di Krishnamacharya a Mysore: è infatti stata ereditata da Pathabi Jois con il suo Astanga Yoga ed è stata a lungo praticata anche da Iyengar, che successivamente si dedicò a studiare l’allineamento nell’asana e lo yoga terapia, arricchendo la pratica di asana in sequenza di ben più importanti approfondimenti.

La pratica viene comunque mantenuta da BKS Iyengar nel suo Light On Yoga, nelle sequenze, del c.d. “primo corso” e la sequenza suggerita è la seguente:

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  1. Tadasana, inspirazione
  2. Uttanasana,  espirazione,inspirazione
  3. Chaturanga Dandasana,  espirazione
  4. Urdhva Mukha Svanasana,  inspirazione
  5. Chaturanga Dandasana,  espirazione, inspirazione
  6. Adho Mukha Svanasana, espirazione
  7. Uttanasana, inspirazione
  8. Tadasana, espirazione

Se Chaturanga Dandasana all’inizio è difficile, si può sostituire con Adho Mukha Virasana (come nella sequenza in apertura). Nel primo corso di asana di Gaeta Iyengar, Surya Namaskara è definito “parte delle preghiere giornaliere, in quanto ognuno, nei suoi rituali, non può fare a meno di salutare il Sole, Surya, una energia incredibile ed indispensabile per l’umanità”. Si consigliano 12 ripetizioni, come i 12 nomi del Dio Sole.  Per passare da una posizione all’altra si possono anche eseguire dei salti: questa tecnica è alla base dell’Astanga Yoga.

Oppure si può benissimo portare l’attenzione sul respiro e sull’allineamento, evitando di saltare. Per rendere la pratica più varia e completa, si possono inserire altre posizioni, in piedi, sedute, in avanti ed indietro. Ad esempio, dopo Adho Mukha Svanasana, inserire Utthita Trikonasana a destra e sinistra. Un esempio qui con Utthita Parsvakonasana. Notate che ho inserito la sequenza chaturanga-urdhva mukha tre le due ripetizioni destra/sinistra di parsvakonasana.

IMG_3575“I movimenti veloci e il rapido cambio di posizione assicurano libertà di movimento, creano agilità e flessibilità. migliorando la circolazione sanguigna” e anche la circolazione linfatica, grazie all’azione combinata del respiro con rapidi movimenti che allungano la parte anteriore e posteriore della colonna. I benefici dello yoga vengono in questo caso combinati con quelli di una attività aerobica, con vantaggio per il sistema cardiorespiratorio, e per il metabolismo, come è riportato da una ampia letteratura scientifica.  “Il cervello pigro si attiva e la mente agitata si riposa. Infatti questa è una specie di lavaggio del cervello, in cui si iniziano vedere nuove prospettive e un futuro migliore. Inoltre, i più giovani si divertiranno molto” prosegue Geeta, “ma chi ha problemi di cuore deve eseguire asana più riposanti”. Inoltre questa sequenza non è indicata durante il ciclo mestruale. E’ invece adattissima agli sportivi che vogliono mantenere e incrementare agilità e flessibilità, come specificato da Yoga e Sport, l’ultimo lavoro di BKS Iyengar tradotto in italiano. Gli occhi devono seguire il movimento delle dita: questo aiuta la coordinazione tra i sensi di percezione e ii corrispondenti organi di azione.

Ma questa intuizione non è preziosa solo per gli sportiva, è a maggior ragione utilissima per le persone non più giovani, che iniziano la pratica dello yoga, e che desiderano lavorare anche per conto loro. Eseguire -ad esempio- tadasana, urdhva hastasana muovendo lo sguardo aiuta moltissimo a mantenere l’equilibrio.

Un grande insegnante di Iyengar Yoga, Christian Pisano, nel suo testo “Virasamavesa. La contemplazione dell’eroe“, riprende le basi di Surya Namaskara nella pratica chiamata “Incantazione della corrente”, sottolineando l’aspetto meditativo di questa pratica, in cui le variazioni di movimento generano una corrente di fluidità e di energia. Tuttavia ammonisce sul fatto che le asana vanno prima studiate separatamente e la pratica della fluidità non deve creare ansia o disordine.  “Il movimento e il radicamento devono procedere di pari passo”. In questa “incantazione della corrente”, Pisano propone di inserire praticamente tutte le più comuni asana, in una sequenza che può diventare anche più di un’ora continuata, come ho suggerito per stimolare tapah. E’ importante non  accelerare mai i tempi e mantenere il respiro regolare. Ovviamente richiede esercizio e pratica. Al termine della sequenza, le posizioni capovolte devono essere supportate, perché non è possibile avere la necessaria stabilità.

 

Coraggio (Virya)

 

La parola virya indica vigore, forza fisica, potere mentale, energia, coraggio. E’ una delle qualità elencate da Patanjali (I, 20) che devono contraddistinguere la pratica. E’ un monito soprattutto per gli studenti avanzati, che devono accrescere sempre il lavoro, con fiducia, perseveranza, forza e non fermarsi. Si tratta di una qualità “alta”, la cui collocazione simbolica si può pensare nel vishuddhi chakra, il chakra della gola. Quando abbiamo paura, la gola si chiude, il respiro diventa affannoso. Anche quando cerchiamo di ragionare troppo non c’è espansione, in realtà si prova timore, magari senza sapere esattamente di che cosa. Infatti questo chakra sovrintende alla cultura, a quello che si è imparato, alla capacità di ragionare che non deve andare a discapito della fiducia e dell’entusiasmo.

Invece la seconda menzione di Virya negli yoga sutra (2, 38) riguarda il controllo di brahmacarya (continenza) che è uno dei cinque yama (doveri) alla base della pratica yoga: se la continenza è ben fondata e stabilita, si acquista virya. In altri termini, l’energia grossolana del corpo viene controllata, per acquistare una forma più elevata di energia, virya appunto, coraggio, resistenza, tenacia: è questo uno dei principi di base dell’ascetismo e della filosofia yoga (e non solo).

Dal punto di vista della pratica delle asana, si può constatare che è impossibile lavorare sulla gola e sul respiro senza curare l’allineamento. Le clavicole si possono aprire, la parte alta del torace si espande quando c’è allineamento nelle gambe, nel bacino e nel tronco, ovvero la parte muscolare scheletrica del corpo è controllata.

I nomi di alcune famose asana ricordano direttamente virya, Virabhadrasana (il gruppo di posizioni che prende il nome dall’eroe nato da un capello di Siva) e Virasana. In tutte queste posizioni la colonna viene estesa verso l’alto mantenendo le spalle aperte e la gola rilassata.

Le posizioni in cui occorre particolarmente mettere in campo la fiducia e il coraggio sono le preparazioni delle posizioni indietro. Grazie all’allineamento, alla estensione della colonna verso l’alto, alla corretta rotazione della parte alta delle braccia, la gola si rilassa e si può spostare lo sguardo verso l’alto, allungando la nuca indietro (non piegando indietro il collo!). Geetaji suggeriva di portare completamente lo sguardo all’interno facendo questo movimento. Se gli occhi si muovono, il coraggio viene a mancare. Praticando le asana per trovare virya, si inizia quindi un percorso di meditazione, di profonda introspezione.

urdhva hastasana, concentrarsi sulla gola e sul respiro (1 minuto)

utthita hasta padasana (1 minuto)

vrchasana (1 minuto per lato)

virabhadrasana 2 allineamento osso pubico/ombelico/gola/ cima della testa – Virabhadrasana 1

Adho mukha svanasana con le mani al muro

adho mukha vrchasana

sirsasana (5 minuti)

Triang mukha eka pada paschimottanasana/Krounchasana

virasana/parvatsasana in virasana/paryankasana

bekhasana/adho mukha virasana/adho mukha svanasana

eka pada raja kapotasana

setubandha sarvangasana

viparita karani

savasana

1,20 śraddhā, vīrya, smŗti, samādhi, prajňā, pûrvakah itareşām

La pratica deve essere eseguita con fiducia, confidenza, vigore, memoria e concentrazione per rompere questa compiacenza spirituale

2, 38 bramacarya-pratişthāyām -lābhaḥ

Quando il sadhaka è fermamente stabilito nella continenza, la conoscenza, il vigore, il valore e l’energia fluiscono verso di lui

LA STABILITA’ (Sthiti)

La stabilità corrisponde all’elemento terra, alla qualità dell’inerzia, del non movimento. Sthiti viene frequentemente usata da Patanjali con riferimento alla fermezza; ma viene anche usata nella forma di participio passato per indicare il fondamento, o semplicemente l’esserci.

La forza di gravità non fa parte delle cose che possiamo scegliere, ma è un elemento di prakrti, e rappresenta la qualità di tamas, inerzia. La condizione umana è un continuo dialogo con la gravità, con ciò che ci lega alla terra, sia in senso negativo che positivo. Vivendo in un mondo dominato dal dualismo, senza la terra non possiamo sperimentare l’elevazione, la leggerezza. Una condizione di possesso di beni terreni, la stabilità economica, senza esagerare, è quello che serve per iniziare un cammino spirituale; ma ci sarà un momento in cui i beni della terra andranno abbandonati.

La stabilità e la fermezza sono soprattutto qualità della mente. La pratica è lo sforzo della mente di rimanere concentrata e proprio qui, su questa ispirazione, possiamo immaginare una sequenza di asana che ci consenta di sperimentare come la concentrazione della mente ci possa far sentire la stabilità del corpo. Come le circostanze della vita a volte ci costringono alla ricerca di nuovi equilibri, così nella pratica delle asana, l’attenzione della mente si deve fermare su alcuni punti specifici, eseguendo posizioni che hanno un diverso orientamento con lo spazio e rapporto con la terra sotto i nostri piedi.

Per dare stabilità al corpo occorre lavorare sulle caviglie, i polsi e l’osso sacro, in modo da trasformare l’inerzia in elevazione. La pelle dei piedi e delle mani si deve allargare, i talloni e i polsi sono i punti dove si concentra il peso, ma questo non deve avvenire in modo passivo. Per fare questo, occorre controllare l’esterno del polso e l’esterno della tibia. Provando a praticare con una cintura, si capisce subito il lavoro.

Anche dove le mani sembrano avere un ruolo meno importante, sono comunque fondamentali per la stabilità; per questo eseguiamo trikonasana, parsvakonasana con la mano piatta sul mattone, come preparazione a vasistasana. Portando la testa del femore in dentro, si può estendere il tronco nella direzione opposta: questo è, ad esempio, il lavoro di ardha chandrasana, che diventa fondamentale per la stabilità in vasistasana e anatasana

Adho mukha virasana
adho mukhasvanasana
uttanasana
tadasana con mattone tra le cosce
prasarita padottanasana
utthita trikonasana mano piatta su mattone
utthita trikonasana piede davanti su mattone

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utthita parsvakonasana mano piatta su mattone
utthita parsvakonasana piede davanti su mattone
Layout-2
ardha chandrasana
ardha chandrasana mano su mattone
adho mukha svanasana
vasistasana preparazione
vasisthasana completo
anantasana

sirsasana (al muro; corda alle tibie=tadasana)
setubanda sarvangasana bolster

pranayama

savasana

I.8 viparyayo mithyā-jňānam atad-rûpa pratişţham: L’errore è la falsa conoscenza fondata (pratişţham) sull’apprendimento scorretto (di qualcosa)

I.13 tatra sthitau yatno ‘bhyāsaḥ: La pratica è lo sforzo della mente di rimanere concentrati

I.35 vişayavatī vā pravŗttir utpannā manasaḥ sthiti nibandhanī: O ancora quando ci si concentra su un oggetto e questo porta fermezza nella mente

II.18 prakāśa kriyā sthiti śīlam bhutendriyātmakam bhogāpavargārtham dŗśyam: Quello che è conoscibile ha la natura dell’illuminazione, dell’attività, dell’inerzia. Consiste dei sensi e degli elementi e esiste con lo scopo di provocare la liberazione oppure l’esperienza

II.48 sthira sukham āsanam: L’asana è la perfetta stabilità del corpo e buona disposizione dello spirito

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