Iyengar Yoga, coronavirus, come praticare senza lezioni. 5: torsioni

Le torsioni rappresentano un gruppo speciale tra gli āsana anche rispetto alla nomenclatura perché le principali di esse prendono i nomi di famosi saggi indiani. In queste posizioni si esegue una torsione laterale della colonna, tenendo i due lati del bacino allineati: l’azione di ruotare si chiama parivtta e vṛtti sono i movimenti incontrollabili della mente che si arrestano praticando yoga. E’ evidente che le torsioni hanno una particolare utilità per raggiungere gli obbiettivi dello yoga e sono state raccomandate direttamente dai saggi.

Le torsioni sono  posizioni adatte a migliorare la flessibilità e apertura nel torace e nelle spalle, che rischiano di diventare rigidi con il tempo. Inoltre aiutano a portare consapevolezza nella parte posteriore, dove si accumulano i risultati di cattive posture Vanno praticate con prudenza in caso di problemi alla colonna, come la scoliosi.

Se non ci sono problemi, è corretto iniziare con la pratica di Parivtta Trikoṇāsana che può essere considerata la base di queste posizioni: si impara a lavorare dalla stabilità delle gambe e quindi a sentire  la libertà di ruotare la colonna.

schiena4Le torsioni che iniziano dalla posizione dandasana  vanno eseguite con un supporto sotto gli ischi.  Sono queste posizioni ad avere i nomi dei saggi (Rishi) indiani: Bharadvaja è una figura immaginaria ricorrente nell’antica tradizione indiana,  come autore di capitoli dei Rgveda e dei Purana e padre del grande guerriero che istruì nelle scienze militari i Kaurava e Pandava,  che combatterono la guerra descritta nel Mahabharata.

Bharadvājāsana  è una posizione adatta per i principianti dove la colonna si estende e ruota senza comprimere l’area dell’addome. Si può anche praticare seduti sulla sedia e questo aiuta a fare leva con le braccia, incrementando la torsione e mantenendo il bacino diritto. E’ una ottima posizione per calmare il mal di schiena lombare ed è adatta tutti, anche durante il ciclo e la gravidanza.

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Una posizione molto importante è Marīchyāsana se non altro per il fatto che ne esistono quattro varianti, di fatto quattro differenti posizioni. In Marīchyāsana  una gamba rimane distesa in dandasana, l’altra viene piegata portando il piede davanti all’ischio. E’ importante mantenere la stabilità delle gambe per lavorare sulla torsione. Marichi era uno dei grandi Rishi, nato dal cervello di Brahma, dio della creazione e la sua figura ricorre in molte leggende indiane, come anche nel Mahabharata, assistendo Bhisma che stava sul letto di chiodi.

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Infine, Ardha Matsyendrāsana prende il nome da Matsyendra, che a differenza degli altri due, è stato un personaggio reale e un grande maestro di yoga, inventore dell’Hatha Yoga. Il nome vuole dire letteralmente “signore dei pesci” perché secondo la leggenda era stato inghiottito da un grande pesce; lì aveva appreso lo yoga direttamente da Shiva.

Queste posizioni lavorano differentemente sulla colonna.  In Ardha Matsyendrāsana la torsione parte dall’articolazione sacro iliaca; in Marīchyāsana dalle vertebre lombari; in Bharadvājāsana le lombari devono rimanere allungate verso l’alto il più possibile, ruotando dall’area del diaframma. In tutte queste posizioni occorre portare attenzione all’azione della rotazione e muovere le vertebre cervicali e il capo solo dopo aver ruotato la colonna. Ed ecco una sequenza adatta a praticare queste posizioni.

Parivtta (torsione, fluttuazione) Shtiti (posizione, stabilità, stare)=posizioni di estensione laterale

  1. Taḍā (montagna) sana= posizione della montagna
  2. Utthita (esteso) Trikoṇā (triangolo)sana=posizione del triangolo esteso
  3. Utthita Pārsva (lato) koṇā (angolo) sana=posizione dell’angolo di lato
  4. Pārsv (lato) ott (intenso) ānāsana=posizione di stiramento del fianco
  5. Parivtta (voltato) Trikoṇā (triangolo)sana= posizione del triangolo voltato
  6. adho mukha svanā (cane) sana= la posizione del cane che guarda in basso
  7. utt (intenso) anāsana=la posizione di allungamento intenso
  8. Bharadvājāsana con la sedia =posizione del saggio Bharadvājā con il supporto
  9. dand (bastone) āsana=posizione del bastone
  10. Bharadvājāsana I = prima posizione del saggio Bharadvājā
  11. Marīchyāsana I =prima posizione del saggio Marīchi
  12. Marīchyāsana III= terza posizione del saggio Marīchi
  13. Ardha Matsyendrāsana =mezza posizione del saggio Matsyendra
  14. Adho (basso) mukha (viso) vir (eroe) āsana= la posizione dell’eroe con il viso in basso
  15. adho mukha svanā (cane) sana= la posizione del cane che guarda in basso
  16. Salamba (supporto) Sarvangā (corpo) sana=posizione dove tutto il corpo è sostenuto
  17. Savā (cadavere) sana=posizione del cadavere

 

Effetti antinfiammatori della pratica di Iyengar Yoga

In questo periodo di coronavirus si parla molto di difese immunitarie; però, per ragioni di sicurezza e per evitare i contagi, viene richiesto di rimanere in casa e non uscire nemmeno per fare una camminata o un po’ di servizio fisico. Le regole, in una situazione così complessa e grave, non si discutono; tuttavia la forzata immobilità non aiuta certo le difese immunitarie. Per fortuna abbiamo lo yoga.

BKS Iyengar era solito ricordare che molte persone occidentali usano il corpo così poco da perdere completamente la consapevolezza. Passano dalla scrivania all’auto, e dall’auto alla tavola, dalla tavola alla poltrona e dalla poltrona al letto. Si crede di fare molte cose, ma non c’è alcuna azione sul corpo.  L’azione è il movimento accompagnato dall’ intelligenza.  Attraverso la pratica di Āsana e prānayāma impariamo invece a sviluppare la  consapevolezza in modo tale che “che ogni poro della pelle diventa sensibile come un occhio”. Questo avviene poco per volta, sono necessari anni  di pratica; però ogni giorno si migliora un poco. Grazie alle istruzioni precise della pratica dell’Iyengar Yoga si entra sempre più in profondità e si sviluppa una consapevolezza del corpo incredibile. Questo avviene tramite gli organi di senso, governati dalla mente e dal respiro. L’organo di senso più esteso è la pelle e durante la  pratica delle posizioni si impara a sentire il movimento dei muscoli e della pelle, si  diventa sensibili all’interfaccia tra la pelle e il muscolo.

Le riviste mediche specialistiche si occupano ora molto frequentemente dello yoga (insieme ad altre discipline “olistiche”, come Tai Chi, Mindfulness ecc.) e la bibliografia che si sta radunando è imponente.  Addirittura la rivista Frontiers of Immunology ha dedicato uno studio dettagliato sulle modifiche a livello genetico indotte dalla pratica dello yoga e della meditazione.  Citando il lavoro basato sull’Iyengar Yoga per le donne operate di tumore al seno e altre ricerche intervenute successivamente, un impressionante  elemento in comune ritrovato in tutti gli studi è stato la diminuzione significativa di NF-kb e delle sostanze prodotte dal sistema immunitario che ne aiutano la diffusione (citochine), come evidenziato dalla figura.  In altri termini, secondo questi studi, lo yoga fa retrocedere la situazione genetica responsabile dello stress e dell’infiammazione. L’effetto dello yoga si accumula giorno per giorno e produce benefici a lungo termine per la salute. Questi studi sono molto incoraggianti e varrebbe la pena confrontare i vari stili di yoga e  le diverse tecniche meditative rispetto ai risultati prodotti come sottolinea uno studio recente intitolato: Yoga and your genes.

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Yoga per la salute dei geni http://www.lamedicinapreventiva.it/yoga-salute-geni/

Ma come si ottiene , tramite la pratica yoga, questo effetto così importante? Un recentissimo studio, pubblicato sulla rivista “Scientific Reports”: “Structure and Distribution of an Unrecognized Interstitium in Human Tissues” offre una serie di spunti molto interessanti. Grazie ad osservazioni fatte con tecniche innovative (in particolare uno speciale modo di “congelare” i frammenti di tessuto da analizzare) e l’uso di strumentazione impensabile fino a pochi anni fa, si è “scoperto” qualcosa di nuovo nel corpo umano e molto importante, cioè una fittissima rete di spazi di dimensioni infinitesimali, riempiti di fluido, in vari tipi di tessuti, ma soprattutto sotto la pelle, nei tessuti dell’apparato digestivo e urinario, e nei tessuti muscolari. Prima si pensava che questi tipi di tessuti fossero costituiti soprattutto di collagene, o comunque di una struttura cellulare “rigida”, invece si tratta di una rete “fluida”, che è stato possibile osservare soltanto grazie a questo nuovo metodo di preparazione dei campioni, che ne ha conservato intatte le caratteristiche vitali, compresi i fluidi.  Questi risultati possono avere conseguenze di grande importanza nello spiegare la diffusione, ad esempio, delle metastasi attraverso i linfonodi, poiché la nuova scoperta fa capire molto meglio la circolazione dei fluidi nel corpo, e quindi anche dei fattori infiammatori e del funzionamento del sistema immunitario.Si parla così addirittura di un nuovo “organo”, l’interstizio, in considerazione della sua estensione ed importanza, dal momento che “cattura” anche il 20% del peso corporeo!

 

interstitium La circolazione dei fluidi nel corpo è un argomento tipicamente “olistico”. Per la medicina occidentale non era un aspetto di primaria importanza fino a pochi decenni fa, ma nella medicina antica era alla base dello studio dello stato fisico e del carattere della persona, pur in assenza di basi scientifiche paragonabili a quelle odierne. Anche nella medicina dell’antichità, gli “umori” erano importanti non solo per la salute fisica, ma anche per definire il carattere. Oggi sappiamo che il sistema immunitario funziona grazie alla circolazione linfatica: in altri termini, l’equilibrio dei fluidi nel corpo è determinante per lo stato di salute, ovvero per la resistenza agli agenti esterni.

La pratica dell’Iyengar Yoga lavora precisamente sull’interstizio. BKS Iyengar ha spiegato che l’intelligenza del corpo, che si sviluppa attraverso lo yoga, è reale; mentre l’intelligenza della mente è solo immaginazione. Quando il corpo “sente” l’allineamento, è perché i tessuti del corpo si sono addestrati a questa consapevolezza, a lavorare in accordo con la mente. La pelle è in contatto con l’esterno; la sua consapevolezza, come involucro intelligente, è reale. In altri termini, a ogni livello di pratica yoga, occorre muoversi lentamente,  come al rallentatore, in modo da essere consapevoli, istante per istante, delle azioni che corpo e mente insieme stanno eseguendo.  In questo modo la pratica yoga è benefica per la salute, perché riporta l’energia dove il corpo ha bisogno. La scienza ci ha spiegato che questo scambio energetico, o chimico, avviene attraverso l’interstizio e  il sistema  linfatico. parivrtta erdha chandrasanaMa è piuttosto impressionante che le Upanishad, duemila anni fa, conoscessero già la rete di canali infinitesimali che permea l’intero corpo umano come veicolo di trasmissione di Vyana, l’energia vitale di tutto il corpo.  Ora la scienza sta riconoscendo, con una serie di studi coerenti, che la diffusione dell’infiammazione nel corpo, come anche degli antigeni di questa, hanno un luogo e dei modi che si vanno definendo con sempre maggiore precisione, e più gli studi scientifici procedono, più si riscontrano analogie significative con le pratiche yoga che, in effetti, sono in grado di prevenire e far recedere molti di questi sintomi.

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