Dal 9 marzo tutte le mie lezioni di yoga sono sospese.
Dopo una esperienza del genere le cose non torneranno esattamente come prima. Speriamo di ritrovarci migliori e più solidali. Nel frattempo occorre continuare a praticare yoga anche senza lezioni. I benefici dello yoga sono preziosi, soprattutto in una situazione di questo genere. Lo yoga potenzia il sistema immunitario e aiuta a combattere l’attacco dei virus; previene gli attacchi di ansia e dona lucidità mentale. La pratica della meditazione è una vera e propria medicina e permette di esercitare il distacco consapevole e selettivo rispetto a quello che ci circonda.
Però capita spesso che gli studenti di yoga confondano la pratica con l’esercizio fisico. Seguendo le lezioni di Iyengar Yoga si lavora fisicamente il modo intenso. Ma poco per volta è necessario integrare le lezioni con l’abitudine alla pratica personale. Può capitare che lo studente si senta confuso e non riesca a ricordare le posizioni e le sequenze praticate durante le lezioni. Lo yoga, come tutte le discipline, ha una sua terminologia, un suo vocabolario.
La mia proposta è quella di utilizzare questo tempo senza lezioni di yoga per imparare a praticare da soli, cercando anche di memorizzare finalmente i nomi delle principali posizioni
Alcuni studenti, magari dopo anni di pratica, non sono ancora riusciti a imparare i nomi delle posizioni che hanno eseguito tantissime volte. Questo succede perché “ricordare i nomi” pare poco importante. Ma se non si conosce un linguaggio, non lo si può utilizzare: i nomi e la classificazione delle posizioni servono a evocare azioni che si eseguono nel corpo, sensazioni che la mente percepisce, risultati che il corpo e la mente possono apprezzare.
Imparare a memoria non serve, ma sperimentare gli effetti fisici e mentali delle posizioni, con l’obbiettivo di distinguere i differenti gruppi di asana, può incoraggiare lo studio graduale della terminologia dello yoga, che è strumento importantissimo per una pratica più consapevole e punto di partenza per il miglioramento della pratica personale.
L’argomento della classificazione delle posizioni, dei loro effetti al fine di costruire sequenze coerenti per la pratica è sempre stato al centro dell’attenzione da parte di BKS Iyengar e Geetaji in quanto la filosofia dell’Iyengar Yoga si focalizza proprio su asana e pranayama. Per gli studenti indiani è facile, ma gli occidentali si trovano di fronte ad un linguaggio che sembra astruso. L’acquisizione del linguaggio invece non è difficile ed è persino divertente; in questo modo le persone potranno muoversi con più disinvoltura nel campo dello yoga, acquistando autonomia e maggiore consapevolezza.
Vi propongo quindi delle sequenze semplici ordinate per gruppi di posizioni. Ci sono posizioni in piedi, sedute, di allungamento in avanti, di estensione laterale (torsioni), capovolte, di estensione indietro e di riposo. La sequenza di ogni gruppo avrà una predominanza delle posizioni di quel gruppo. Non ci sono figure, soltanto il nome della posizione e la traduzione. L’uso dei supporti in Iyengar Yoga fa sì che ogni posizione sia un insieme di posizioni: ogni posizione può essere eseguita in tanti modi diversi. Iniziate dalla posizione “classica”. Quando non sapete ricondurre la posizione ai vostri ricordi delle lezioni, potete consultare il libro “Teoria e pratica dello Yoga” di BKS Iyengar oppure “Yoga per la donna” di Geeta Iyengar oppure “Yoga e Sport” di BKS Iyengar. Se non avete questi libri potete consultare Google nella sezione delle immagini. Questo piccolo sforzo vi aiuterà ad imparare finalmente i nomi. Praticando la sequenza ogni giorno, i nomi poco per volta diventeranno familiari e “amici”.
Naturalmente dovete praticare con attenzione e prudenza e se avete dubbi chiedete…alcune posizioni possono essere controindicate a seconda dello stato personale di salute.
Prima sequenza: posizioni in piedi
Utthişţha (esteso) Sthiti (posizione, stabilità, stare) =posizioni in piedi
Queste asana portano l’attenzione a come si sta in piedi, a distribuire il peso correttamente e a utilizzare la forza di gravità per rimanere stabili. Praticando le posizioni in piedi di comprende come estendere la colonna verso l’alto, lateralmente e in avanti; si realizzano posizioni di equilibrio e torsioni e si impara a lavorare in modo uniforme i due lati del corpo. Le posizioni in piedi permettono così di sviluppare l’intelligenza del corpo e i rapporti corpo/mente/respiro. Sono adatte a tutti i praticanti.
- Taḍā (montagna) sana= posizione della montagna
- Vŗkṣā (albero) sana=posizione dell’albero
- Utkaṭā (potente) sana=posizione del fulmine
- Urdhva (alto) Hasta (mano) sana/Badangullia (intreccio)sana=braccia in alto/posizione dell’intreccio
- Utthita (esteso) Trikoṇā (triangolo)sana=posizione del triangolo esteso
- Vīrabadrā (guerriero) sana 2=seconda posizione del guerriero
- Utthita Pārsva (lato) koṇā (angolo) sana=posizione dell’angolo di lato
- Vīrabadrā (guerriero) sana 1=prima posizione del guerriero
- Ardha (mezza) Chandrā (luna) sana=posizione della mezzaluna
- Pārsv (lato) ott (intenso) ānāsana=posizione di stiramento del fianco
- Prasārita (esteso) Pad (piede) ott (intenso) ānāsana=posizione di estensione dai piedi
- Utt (intenso) ānāsana=posizione di allungamento intenso
- Adho (basso) Mukha (viso) Svanā (cane) sana=posizione del cane che guarda in basso
- Salamba (supporto) Sarvangā (corpo) sana=posizione dove tutto il corpo è sostenuto
- Savā (cadavere) sana=posizione del cadavere
Grazie!
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Dank je wel, thank you from the Netherlands.
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