Ho ascoltato la registrazione di questa lezione di Geetaji, tenuta nel dicembre 2006, con grande commozione. Spero che questi pochi appunti riescano a rendere almeno in parte il contenuto prezioso che Geetaji ha voluto trasmettere.
Invocazione. Rilassare le dita dei piedi, gli occhi, gli organi di percezione. Sincronizzare il rilassare i sensi di percezione con la pelle del corpo: il corpo di espande, ma i sensi sono rivolti al più grande spazio interno. Il respiro si muove passivamente, non interferire con esso. Congiungete i palmi delle mani al centro del torace e portare stabilità in quella zona. E’ un mudra, anjali mudra, che serve a non dissipare l’energia. Se il gesto è debole non c’è energia, non c’è “mudra”. Portate l’energia al centro di voi. Se c’è disturbo nel corpo, nella mente, nel respiro, questo non è possibile. Quindi portate l’attenzione in modo da sentire questo risultato.

Adho mukha virasana, adho mukha svanasana, uttanasana. Utthita Trikonasana: come affrontate il lavoro sul corpo, allo stesso modo il corpo risponde. Se affrontate la posizione in modo distratto, il corpo risponde di conseguenza. Se ci sono dolori di qualche tipo, occorre investigare, prendere supporti, andare al muro ecc. E’ l’ego che dà importanza ai disagi fisici, è il senso dell’io sono che riporta il disagio al cervello e al sé. Se si corregge uno studente, è per aiutarlo a capire questo. Se andate dal dottore, ascoltate. Se andate a lezione di yoga, dovreste ascoltare e capire. Non posso aggiustare i trikonasana di tutti, ognuno deve ascoltare, capire e correggere il proprio, a seconda della risposta del suo corpo. Il vostro corpo parla a voi, non a me, io ho soltanto i miei occhi e la mia esperienza per valutare. Trikonasana a sinistra. Osservate l’allineamento, rimanete sui talloni, soprattutto sul tallone dietro: altrimenti il torace cade in avanti. Quindi dovete guardare con l’occhio del tallone dietro. Se ancora non c’è allineamento, cercate di capire dove sbagliate. Portare il torace in avanti è aggressivo, invece il cervello deve essere passivo. Tadasana. Se non state sul dietro dei talloni, la tendenza del torace è andare in avanti. Ripetere a destra. Sollevare l’addome: per fare questo dovete sollevare l’interno della coscia dietro. Se la distanza non è abbastanza non lo potete sentire e non potete aver accesso al corpo organico. Nel pranayama allora non potrete sentire nulla. Dovete espandere l’osso pubico, creare spazio, e sollevare dall’osso pubico all’ombelico.

Utthita parsvakonasana. Maggiore distanza. Le natiche e la testa sono appoggiate ad un muro immaginario; diversamente l’aggressività, l’ego, portano la testa in avanti. Piegare ad angolo retto la gamba davanti e mano giù. Aprire la zona pelvica, aprire il torace. Mantenere la testa come contro il muro, ruotare la gamba dietro come in trikonasana. Portare il braccio sopra l’orecchio, ma l’occhio sinistro resta con il tallone sinistro. Tadasana. Ogni asana è per il cervello. Quando si viene a lezione, il cervello è stimolato, va in avanti per ascoltare. Però la conoscenza, pramana, non viene dal cervello. Non è come imparare delle nozioni che vengono da fuori. Non state studiando per accumulare della conoscenza per il vostro sé; state studiando per imparare a trasmettere questa conoscenza agli altri. Se venite qui con l’idea di ascoltarmi, il vostro cervello diventa aggressivo. Guardate quanti errori si possono fare nell’eseguire parsvakonasana, è un bombardamento per il cervello! L’unica cosa da fare è portare l’attenzione dal davanti al dietro del cervello. La parte frontale del cervello continuamente progetta di andare fuori. Imparate a guardare dentro di voi, non fuori. Parsvakonasana l’altro lato. Rotazione. Se non riuscite, usate i supporti. Prendete quello che serve per aprire l’area pelvica. Nell’età intorno alla menopausa questa zona diventa rigida. Usate i supporti! La rigidità crea problemi maggiori. Quando si è giovani, il corpo è compatto, si muove in modo naturale; invecchiando, questa compattezza diventa sempre più difficile; e non sentendo il corpo compatto, si tende a contrarre. C’è differenza tra compattezza e contrazione, capite? Nella compattezza ogni zona è aperta ma stabile. Nella contrazione si indurisce e fa male. Nessuno vi può aiutare. Dovete soltanto capire come sentire il corpo organico, in modo che i muscoli intorno non si induriscano. Altrimenti, se il corpo si contrae, avvengono equivoci da parte del cervello, cattiva comprensione. In ogni posizione occorre fare gli aggiustamenti necessari. Se state eseguendo eka pada sirsasana, mentre scendete con una gamba, con l’altra allungate o contraete? Se da sarvangasana andate in halasana, allungate le gambe dietro, l’addome si ammorbidisce o si contrae? Parsvakonasana di nuovo. Divaricare le gambe. Portare la parte organica verso la colonna. Aggiustate la parte dei muscoli per mantenere lo spazio interno. Sinistra. Immaginate questo muro dietro di voi, usate citta, la vostra immaginazione. Ruotate la zona pelvica, ruotate l’addome.

Adho mukha svanasana. Janu sirsasana. Piegare la gamba destra e allungare la colonna in direzione della gamba sinistra, muovere le costole, estendere e andare ad afferrare il piede. Muovete l’addome. Patanjali parla di parinama, trasformazione, non si preoccupa delle costole, gambe ecc. La trasformazione avviene poco per volta, con piccolissimi passi. Quando fare janu sirsasana dovete lavorare con le gambe e le braccia, gli organi di azione e con gli organi di percezione, per capire cosa state facendo: così avviene poco per volta. In ogni fase della posizione, capite cosa sta cambiando, come si sente all’interno il cambiamento. Non nascondete i problemi. Cercate la compattezza di parsvakonasana, dovete sentirla nell’addome. Non contraete l’addome. Quando sentite la compattezza, potete portare la testa giù. Ancora una volta janu sirsasana. Paschimottanasana. Quando sollevate le braccia e andate in avanti con i due lati del torace, portate i femori verso il bacino. Aprire il retro delle cosce, delle ginocchia. Gomiti su e spalle indietro.

Sirsasana, con una sola variazione: una gamba avanti, l’altra indietro per preparare parivrttaikapada sirsasana, ma senza ruotare per ora. Portare la gamba in avanti è facile, quindi non fate subito questo, è logico che la mente voglia andare in avanti. Portare la gamba opposta indietro mentre le lombari si allungano; per fare questo portate la parte frontale della coscia verso il retro della coscia. Altro lato. Non iniziate a portare giù la gamba davanti! Si inizia a portare indietro la gamba dalla coscia, non dal piede! Come in tadasana. Il corpo davanti va verso il corpo dietro. Il problema è quello della coscia che va in avanti, che si gonfia. Portare il piede leggermente in fuori.
Adho mukha virasana. Viparita dandasana con la sedia. Le costole basse devono essere allargate ai lati, creare spazio alla base del torace. Gambe estese, tibie estese. La base del torace, che è a contatto con la sedia, deve rimanere sulla sedia, però lo sterno si deve allargare. I muscoli tra le costole si devono aprire. Muovere il coccige e il sacro verso i talloni. Il dietro della vita si deve allungare completamente. Braccia oltre la testa, ma prima si deve creare una completa estensione laterale del torace, con l’azione delle gambe (che fanno tadasana). Non buttare le braccia indietro e in fuori! Portare le mani sui bordi della sedia e spingere la vita e le natiche in giù e aprire il torace. In questo modo, con l’azione delle gambe, si crea la stabilità. Immaginate che ci sia qualcuno che spinge le vostre cosce giù; espandete le costole dietro e di lato in contatto con la sedia. Venire su.

Questa è l’azione delle posizioni indietro, esempio kapotasana. Come nelle posizioni in piedi occorre immaginare un muro dietro, nelle posizioni indietro come kapotasana bisogna immaginare di avere la parte bassa del torace dietro che si espande in contatto con la sedia. Guruji dice: il muro è il mio guru. In questo caso, la sedia è il guru. Ripetere viparita dandasana con la sedia con una coperta arrotolata sotto la parte bassa del torace. Trovate la posizione per la coperta, le gambe devono stare ferme. Trovate anche l’altezza per la coperta.
Baradvajasana x 2. Sarvangasana con la sedia. Ekapada con la stessa azione di sirsasana e di viparita dandasana: una gamba si estende in avanti, l’altra indietro; controllare con le braccia, aprire il torace. Savasana con le gambe sulla sedia.
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