Yoga e salute: la circolazione linfatica

lymphatic_system1310769499554Con la pratica degli asana, sviluppiamo sensibilità nella intercapedine tra la pelle e la carne…Il movimento della pelle dà la comprensione dell’asana. Sentite di estendere la pelle, i muscoli, persino le ossa, dal centro alle estremità e dalle estremità verso il centro (BKS Iyengar, Light On Life, 2005, p.28 ss.)

Il sistema linfatico è poco conosciuto nelle sue funzioni e molto delicato. La funzione del sistema linfatico è quella di  produrre  e far circolare in tutto l’organismo sostanze   create dalle  ghiandole disposte lungo la colonna.  La linfa è una soluzione acquosa che contiene sostanze importantissime soprattutto per la risposta immunitaria.    Però  il fluido, percorsi i vasi di conduzione, si può disperdere nei capillari linfatici, provocando ristagno e gonfiore negli arti. Poiché il 70% della circolazione linfatica è sottocutanea, la pressione dei muscoli è il principale fattore che aiuta la propulsione della linfa. In particolare le giunture (gangli linfatici) si trovano numerose in corrispondenza delle maggiori articolazioni del corpo, ascelle, inguini, gomiti e ginocchia. Anche i movimenti respiratori fungono da fattore propulsivo per la circolazione della linfa.

Più si studia il sistema linfatico, più si scopre quanto sia interessante rispetto alla pratica dell’Iyengar Yoga. Infatti Iyengar aveva osservato come il “corpo fisiologico” sia compreso tra il “corpo muscolare-scheletrico” ed il “corpo mentale”. Se le cellule del nostro corpo non sono in buona salute, noi non siamo in buona salute. Con la pratica di asana e pranayama possiamo intervenire a modificare lo stato di salute del nostro corpo ed in particolare rendere l’intero corpo attivo, eliminando i liquidi in eccesso e le tossine.
La linfa si origina dal filtraggio del plasma sanguigno attraverso le pareti dei vasi. La maggior parte di questo liquido viene riassorbito rapidamente dallo stesso sistema sanguigno, ma un’altra parte (2-4 litri in 24 ore!) non venendo riassorbito, costituisce il liquido “interstiziale”. La linfa, già conosciuta nell’antichità e anche in India (in sanscrito lasika, liquido luminoso), contiene lipidi e proteine che vanno ad arricchire il sangue, ma contiene anche materiale che va filtrato ed eliminato (ad esempio, durante la digestione, i liquidi transitano per il sistema linfatico). Inoltre, la risposta immunitaria si attiva attraverso il sistema linfatico, poiché i linfociti, cellule importanti nella risposta immunitaria, si formano nel timo, nella milza e nei linfonodi e la linfa stessa può essere portatrice di antigeni. A differenza del sistema circolatorio, la circolazione della linfa avviene soltanto in un senso, dalla periferia al centro; non esiste un organo centrale preposto alla mobilità della linfa, come avviene per il sangue pompato dal cuore.

images-17La complessità del sistema linfatico (capillari, vasi, precollettori, collettori, linfonodi, tronchi linfatici, e dotti linfatici) ricorda le Nadi di cui parlano gli antichi testi dello Yoga, che avevano origine da un punto chiamato kandasthana situato subito sotto l’ombelico. Queste nadi erano 72000 ma ognuna si divideva a sua volta in altre 72000. Le nadi principali connettevano i punti focali della colonna (chakra) a cui tutto il sistema era collegato.

 

Per stimolare il sistema linfatico, occorre eseguire posizioni in sequenza accompagnate dal respiro, posizioni capovolte e posizioni di recupero. La pratica del pranayama è particolarmente adatta a lavorare sui gangli linfatici. Occorre però anche studiare a fondo come lavora la pelle rispetto ai muscoli, soprattutto nelle posizioni in piedi, in modo da creare una capacità di sentire lo scorrimento della pelle rispetto ai tessuti sottostanti nelle varie posizioni.

utthita trikonasana

Una classe di pranayama con Geetaji

Savasana, osservare il respiro, con supporto (coperte o pranayama pillow) sotto il torace e la testa. Gambe distese, lasciar scendere gli archi dei piedi, scapole in dentro e verso il basso che scivolano verso la colonna. Aprire il torace, dal centro verso i lati. Cosce rilassate, non ci deve essere tensione, se la pelle è rilassata anche i muscoli sono rilassati. Se la mente inizia a vagare, le cosce si induriscono. Con il respiro, anche il davanti delle cosce si deve rilassare come il dietro delle cosce. Ruotare le braccia da dietro in avanti, ruotare i polsi per rilassare le mani. Viso rilassato, la radice del naso deve scendere verso la punta del naso, la pelle deve scendere. Normalmente, la mente è più rigida della pelle. Spalle lontane dalle orecchie. Ogni movimento, a livello mentale, porta tensione nelle gambe.  Quando c’è depressione, esaurimento, non si riescono a controllare i movimenti delle gambe, c’è disconnessione tra il cervello ed il corpo. Seguendo  il respiro, dopo diverse espirazioni, si porta connessione tra il cervello ed il corpo. Lunghe inspirazioni, lunghe espirazioni, in modo da ricevere il respiro, dalla cima della testa ai piedi. Diventate consapevoli di essere qualcosa d’altro rispetto al sé. Nella espirazione tutti i muscoli del corpo si devono rilassare. Ogni poro della pelle si distende. Mantenendo questo stato, nell’inspirazione non si verifica alcuna tensione. L’inspirazione non deve andare nel cervello. Rimuovete ogni motivo di disturbo, di tensione. Gradualmente, aprire gli occhi e ruotare di lato.

Swastikasana, seduti su bolster, ginocchia supportate, ujjay pranayama. Sollevate il torace, scapole giù. Sollevate i lati del torace, il davanti delle ascelle. Le mani di lato al torace, dita sul bolster. Testa giù. Non permettete alle scapole di rialzarsi. La tendenza è quella di scivolare indietro con le spalle e la schiena. Con le mani ai lati del bacino, sollevare la parte bassa dello sterno verso l’alto dello sterno e con il respiro cercate la libertà nello sterno. Lentamente inspirate, allungando lo sterno dal basso verso l’alto e mantenendo l’altezza dello sterno lentamente espirate. Qualche ciclo in questo modo.  Inspirando, sollevate le costole più in basso, e andate a scoprire quanto potete sollevare lo sterno. Tenendo lo sterno sollevato, lentamente espirare. Dal prossimo ciclo, mantenete le costole basse dentro il corpo, sollevate, inspirate, sollevate lo sterno e mantenendo l’altezza espirate. Espirando, si può avvertire pesantezza nella zona del bacino: per evitare questo, mantenere il sacro dentro il corpo: il sacro e coccige, non le lombari. Sollevare l’osso pubico.

Spostare ora le mani sulle cosce, palmi giù. Gomiti che ruotano dall’interno all’esterno, vicino al tronco. Sentire nitidamente le scapole in dentro, la punta delle scapole giù.  Inspirare ed espirare con controllo.  Il respiro sostiene il corpo. Inspirare e portare la parte bassa delle costole all’interno, aprire la parte centrale del torace, subito sotto i capezzoli, mantenendo l’azione e mantenendo la testa giù lentamente espirare.  Respiri normali. Poi espirare e riprendere l’inspirazione, allargando la parte sotto i capezzoli. Mantenendo l’altezza, lentamente espirare. Alternare con respiri normali. Ancora due cicli. Connettere le scapole che vanno in dentro con la parte bassa delle costole che vanno in dentro.

Riallungare le gambe e stendersi di nuovo in savasana, bolster o coperte sulle cosce. Supporto sotto la testa. Portare l’attenzione alle scapole, che devono andare all’interno del corpo, nel modo in cui si fa in sarvangasana. C’è una sorgente di energia tra le scapole, verso il basso, nello stesso modo con cui c’è energia al centro del torace. Inspirazioni ed espirazioni lunghe e profonde. Poi pratica di viloma pranayama sulla espirazione. Inspirazione e sentire come questa energia si distribuisca nella parte centrale del torace, dalle scapole allo sterno. Respiri normali tra un ciclo e l’altro. Inspirare, alla fine dell’inspirazione, portare in dentro la zona delle scapole; poi espirare con le pause. Respiri normali: raffreddare il cervello, raffreddare gli occhi, nessuna tensione nella gola. Al prossimo ciclo di respiro profondo, osservate la libertà nel torace e in tutto il corpo. All’inizio si sente lo sforzo, poi c’è sempre attenzione, ma anche grande libertà. Lentamente, dopo le respirazioni normali, ruotare sul fianco e tornare in posizione seduta sul bolster, cambiando incrocio delle gambe.

Viloma pranayama sulla inspirazione in posizione seduta. Inspirare, pausa, inspirare, pausa ecc., completare l’inspirazione. Espirare a narici alternate, per chi ha già eseguito pranayama digitale; altrimenti, espirazioni normali. Come spiegavo prima nella respirazione seduta, sollevate lo sterno e mantenetelo sollevato. Portare le scapole giù all’interno e portare la testa giù. Espirare. Inspirare ed espirare lentamente, in modo che il corpo ascolti la posizione e la mantenga. Qualche ciclo di respirazioni lunghe lente e profonde. Poi espirate completamente, e viloma inspirazione. Espirare, secondo le vostre capacità. Chi esegue il pranayama digitale appoggia la mano giù tra un ciclo e l’altro. Dopo aver espirato, inspirare e pausa. Osservare che i due lati delle costole basse si alzino allo stesso modo. Inspirare e pausa. Osservare che i due lati del centro del torace si alzino nello stesso modo. Inspirare e pausa. Osservare che i due lati dello sterno si alzino nello stesso modo. Completare l’inspirazione. Espirare lentamente. Respiri normali, soffici, tranquilli. Tempie giù, occhi tranquilli. Poi espirare completamente, inspirare e pausa, osservare il livello del respiro ai due lati; inspirare, pausa, inspirare, pausa e mantenendo l’altezza, lentamente espirare. Respiri normali. L’espirazione deve essere sempre lenta e soffice. Osservare costantemente i due lati del corpo, del bacino, delle spalle; mantenere l’allineamento. Il respiro aiuta a portare intelligenza nel corpo,  maggiore consapevolezza. Ci sono aree del corpo dove il respiro non arriva, osservare. Sollevare la mente ancora di più del corpo, la mente non deve mai collassare. Non essere mai aggressivi nei confronti del corpo e della mente. Ultimo ciclo, osservate quello che ho detto rispetto all’elevazione della mente. Inspirare e pausa. il corpo sale, la mente sale. Espirare e respiri normali.

Savasana. Allungarsi sulla schiena. Come nel pranayama, portare le scapole profondamente dentro il corpo. Rilassare occhi, tempi, sopracciglia.  Forse alcuni non sono abituati a praticare pranayama per oltre un’ora; per questo savasana deve durare a lungo (almeno 10 minuti)

Seduti in swastikasana, mani giunte. 

(questi appunti sono ricavati dalla registrazione della classe tenuta da Geetaji venerdì 16 agosto 2012)

Breath

 

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