Il distacco, la cessazione corrisponde all’elemento acqua, che si muove riempiendo tutti i vuoti e e si dispone in un piano perfettamente orizzontale. Nirodhaḥ è termine utilizzato da Patanjali, praticamente intraducibile: limite, controllo, limitazione (con riferimento al contenitore, che impedisce all’elemento acqua di disperdersi), cessazione, arresto, distacco (con riferimento alla quiete contrapposta al movimento) soppressione (con riferimento al soggetto dell’azione di mantenere la quiete).
Ci serviamo dell’immagine dell’acqua che si dispone sempre su un piano orizzontale omogeneo per studiare il movimento in una serie di asana in cui occorre lavorare sulla stabilità del lato posteriore per ottenere una azione sul lato opposto. Quindi la stabilità va costruita, ma poi l’attenzione deve spostarsi sull’azione successiva. Queste sono tipicamente le posizioni in cui si esegue una torsione, una vṛtti, in modo controllato, ma vanno preparate con un lavoro di allineamento. Il controllo della vṛtti è tanto importante che ad alcune torsioni sono stati attribuiti i nomi di grandi eroi o saggi dell’epica indiana. Obbiettivi sono il distacco, l’arresto delle fluttuazioni della mente. Particolarmente rivelatore a questo proposito il sutra III, 9 che dice: “La trasformazione della coscienza tramite il controllo si ottiene con lo studio dei momenti di silenzio che si verificano tra il sorgere delle impressioni e il nostro impulso a controllarle” (Trad. degli Yoga Sutra di BKS Iyengar). Tra ogni inspirazione e ogni espirazione facciamo esperienza della sospensione del respiro per una frazione di secondo. Le pause tra respirazioni sono simili alle pause tra pensiero che sorge e impulso al controllo. E’ sempre l’elemento acqua, con le sue onde, a dover essere controllato.
A mio parere, questo lavoro insegna anche l’umiltà. All’inizio ci dobbiamo accontentare di mantenere vigile la coscienza tra le pause tra una espirazione e l’inizio della inspirazione successiva, in savasana, osservando il flusso del respiro. Una volta che questa pratica è consolidata, si può passare ad una pratica di viloma II, in cui l’inspirazione è continua, l’espirazione è interrotta la pause. Ecco la sequenza (ispirata da una lezione di Abhijata Iyengar):
Adho mukhavirasana-AMS-uttanasana
parsva uttanasana
Utthita trikonasana
tutto a destra: utthita trikonasana/vira 2/utthita parsvakonasana/ardha chandrasana/vira 1/parsvottanasana/vira 3 mani a terra/parsvottanasana/parivrtta trikonasana/ parivrtta parsvakonasana/parivrtta ardha chandrasana
poi la stessa cosa a sinistra
AMS/uttanasana
sirsasana/virasana in sirsasana/parsva virasana in sirsasana
adho mukha vrchasana
upavista konasana/parsva upavista konasana
parivrtta trikonasana/andare in ginocchio preparazione di parivrtta parsvakonasana/posizione finale
upavista konasana/parsva upavista konasana/parivrtta upavista konasana
AMS
adho mukka vrchasana
Marichasana 3
ardha mastyandrasana
parsva upavista konasana
sarvangasana e variazioni
setubanda sarvangasana
savasana con supporti del pranayama: osservazione del respiro normale e delle pause
savasana con supporti del pranayama: viloma II
savasana
Ed ecco i sutra in cui viene citata Nirodhaḥ
I, 2 yogaṥ citta vṛtti nirodhaḥ
Lo Yoga è la cessazione dei movimenti della mente
I, 12 abhyāsa vairāgyābhyām tannirodhaḥ
La pratica e la rinuncia sono i mezzi per calmare i movimenti della mente
I, 51 tasyāpi nirodhe sarva nirodhāt nirbījaḥ samādhiḥ
Quando anche questo viene completamente controllato, sorge il samadhi senza seme
III, 9 vyutthāna nirodha saḿskārayoḥ abhibhavau prādurbhāva nirodha kṣaṇa citta anvayaḥ nirodha pariṇāmaḥ
La trasformazione della coscienza nella direzione del controllo si ottiene con lo studio dei momenti di silenzio tra il sorgere e il controllo delle impressioni subliminali
wow
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