Cronache dall’India 2014 (quinta puntata)

Patanjali
Patanjali

Siamo oltre  la metà di settembre, le lezioni sono riprese regolarmente e per noi ci sono soprattutto le classi di Abhj, il mercoledì e il sabato e quelle di Prashant, lunedì, martedì, giovedì. Abhj tiene, come di consueto, la classe speciale “per le donne”, una tradizione dell’Istituto che risale ai tempi in cui le donne indiane preferivano una classe tutta per loro. Sono lezioni molto tecniche, secondo l’insegnamento di Guruji. Invece le classi di Prashant sono caratterizzate da spiegazioni, molto varie e profonde, sulla filosofia yoga, sulla pratica (la filosofia in India è sempre pratica), sul significato delle posizioni, sull’uso del respiro…

I primi giorni, la mancanza di Guruji era qualcosa di fisicamente quasi insopportabile. Arrivando in Istituto, mi aspettavo di vederlo seduto sulla panchina fuori, oppure alla scrivania in fondo all’entrata, che rispondeva ai saluti dei suoi allievi. Durante le lezioni di Abhi, giravo la testa verso la zona dove Guruji praticava e mi pareva impossibile che lui non fosse lì, magari interrompendo la nipote per chiarire meglio una spiegazione. Ora, pare evidente che ci sta guardando dall’alto, attraverso le decine e decine di fotografie delle sue celebri asana. La sua presenza è qualcosa che ci avvolge e ci abbraccia.  Sia Abhi che Prashant, nipote e figlio di Iyengar,  fanno costantemente riferimento alla straordinaria energia di queste immagini.

Il loro compito è davvero arduo questo mese perché il gruppo degli studenti stranieri è incrementato da un bel numero (forse 40-50) di cinesi. Mi hanno detto che questo è il secondo o terzo anno che l’Istituto è frequentato dagli studenti (quasi tutte studentesse) cinesi. Sappiamo che Guruji ha tenuto il suo ultimo seminario all’estero a Guanhzhou, con grande successo. Quindi le lezioni vengono tradotte in cinese da una bravissima interprete…. E’ davvero notevole che lo yoga venga studiato anche in Cina, con questa serietà. Le studentesse cinesi comperano libri, CD, props…tutto quanto…e sono molto attente e concentrate.

Intorno all’Istituto, la città di Pune sta cambiando a grande velocità. Rispetto a due anni fa, quando avevo trascorso due mesi qui, molti edifici nuovi sono stati terminati e altri sono iniziati, sì che la fisionomia di alcune zone è cambiata parecchio

lavori in corso...con poca attenzione alla sicurezza
lavori in corso…con poca attenzione alla sicurezza

Il boom immobiliare è visibile sui giornali e nei cartelloni pubblicitari dappertutto. Il traffico continua ad essere insopportabile, rumorosissimo e molto pericoloso, anche se c’è qualche passaggio pedonale in più. Interessante la nuova “rotonda” proprio qui al centro del nostro quartiere,  Model Colony, con una bella citazione di strumenti musicali della tradizione indiana, tra cui la famosa “vina” ricordata addirittura dai Veda, nonché da Iyengar, a proposito della fisiologia del corpo umano

la rotonda con gli strumenti musicali a Model Colony
la rotonda con gli strumenti musicali a Model Colony

. Immagino che nel boom edilizio non ci sia pietà per i vecchi edifici e per il paesaggio -purtroppo. Ad esempio, nella zona di Lonavla, tra Pune e Mumbai, la proliferazione di nuovi insediamenti di lusso è piuttosto triste ed incongrua e ricorda fastidiosamente le ville a schiera che deturpano tanti paesaggi italiani.  Miracolosamente però continuano a rispettare gli alberi e quindi tra i nuovi palazzi rimangono i ficus millenari, gli enormi bambu, altissime palme, con tutta la fauna che vi abita, compresi migliaia di grandi pipistrelli che al tramonto vanno in giro sulla città

All'ombra dei giganteschi bambou
All’ombra dei giganteschi bambou

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Nonostante i cambiamenti,  l’India è custode gelosa delle proprie tradizioni e proprio questa caratteristica la rende unica.  Nel centro della città, la vita e i piccoli negozi sono quelli di sempre. Intorno al mercato, i numerosi venditori di strumenti di culto continuano ad intrecciare cordicelle e strumenti da meditazione (non so il nome esatto), a vendere acqua di rose e polverine colorate, ventagli di piume di pavone e bastoncini di incenso. Volevo acquistare alcune di queste specie di braccialetti o collanine intrecciate e il venditore mi ha detto che erano solo per gli uomini! Quindi non me lo poteva vendere…peccato! O forse non ci siamo capiti .

Non è sempre facile capirsi con gli indiani. La mia impressione è che il loro inglese (con eccezioni naturalmente) sia sempre più diverso dall’inglese parlato nelle altre parti del mondo. Parlano velocissimi, mescolando espressioni in inglese e hindi.

Quello che tutti gli studenti come me si chiedono è se e come cambierà lo yoga, ora che la figura di Iyengar non è più fisicamente qui. Anche se ci sono tanti bravissimi insegnanti in  tutto il mondo , lo yoga rimane secondo me una invenzione ed elaborazione indiana, per il bene di tutti, indiani e non indiani, occidentali e cinesi. Per questo ed altro un viaggio in questo paese continua ad essere una straordinaria esperienza (settembre 2014)

 

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