Sono a Pune ormai da quasi due settimane e, alla fine del mese, c’è “cambio turno”, quasi tutte le persone se ne vanno e altre nuove arrivano. I saluti sono un po’ tristi e forse quest’anno ancora di più. Gli appuntamenti con i colleghi sono ogni due anni, ma chissà quanti di noi torneranno qui tra due anni….Comunque, per ora, gli altri sono partiti ed io resto!!!
In questi giorni tutti ci siamo un po’ sentiti vivere in qualche forma di “stato intermedio”, mentre proseguivano le preghiere e le meditazioni in Istituto. Dal giorno della morte di Guruji e fino al 3 settembre non ci sono state lezioni.
Per la nostra pratica siamo stati accolti, tra l’altro, in uno studio “olistico” di nome Prana, situato in un grande edificio nuovo di zecca e molto lussuoso, costruito per volontà di un uomo d’affari indiano, Raijiv Bajaj. Questo facoltoso signore era molto devoto di Guruji ed è appassionato sostenitore di medicina omeopatica. La differenza rispetto all’Istituto di Iyengar non potrebbe essere più grande: aria condizionata invece dei ventilatori, grandi finestre vetrate al posto delle classiche inferriate indiane, specchi a tutta parete e…..ogni cosa immacolata, pulita e nuovissima . L’insegnante di yoga del “Prana”, Amit Pewar, è stato tanti anni assistente alle classi mediche di Iyengar e questa resta la sua specialità. Dopo il primo momento di spaesamento, abbiamo fatto l’abitudine al “Prana”e si è creato un clima piacevole di collaborazione e condivisione, benché le classi non siano certo a buon mercato, pensando che ci troviamo in India…Già….mentre l’Italia e l’Europa arrancano nella crisi economica, qui tutto è in crescita vertiginosa, compresi i prezzi! Sono stata a Pune soltanto due anni fa, ma il cambiamento è notevole. L’inflazione si muove intorno all’otto per cento, ma i prezzi sono aumentati almeno del 20% secondo me, almeno a Mumbai e a Pune. Quindi queste giornate “nello stato intermedio” sono state un po’ costose, tra albergo (hotel Chetak, la camera 1879 rupie, circa 26 euro), classi di yoga al “Prana” e….simpatici pranzi e cene con gli amici italiani….c’è anche un ristorante che si chiama Little Italy qui! E non è niente male! Dovevamo pure fare qualcosa per tenerci su di morale….
Sabato scorso, il 30, c’è stato un incontro di commemorazione per Guruji. La sala al primo piano era gremita. Abijata ha tenuto le fila degli interventi, cercando di dominare la commozione, e ha ricordato i punti salienti della vita di B.K.S. Iyengar, dall’infanzia difficile, al maestro Krishnamakarya, al trasferimento a Pune, ai primi contatti con l’occidente; ha ricordato che Guruji spesso ripeteva di aver imparato tanto dai suoi studenti e di essere rimasto lui stesso uno studente fino alla fine. Sono quindi intervenuti il figlio Prashant ed alcuni insegnanti più autorevoli, tra cui Patricia Walden dagli Stati Uniti.
La foto di Guruji, circondata di fiori, era sormontata dal due grandi fotografie con suggestive riprese dei piedi: “Sadhana: una strada, per diventare un cammino, ha bisogno di un viaggiatore” e “Odissea: è normale per l’essere umano porsi delle domande, è umano condividerle con il mondo”.
Sarà perché ho sempre tanto amato viaggiare, o perché ho ritrovato il motivo del “viaggio” e del “pellegrinaggio””, facendo l’archeologa, in tante culture diverse: comunque queste espressioni non smettono di colpirmi profondamente….ogni giorno è viaggio se si coltiva lo spirito della ricerca!

Infine, ieri, lunedì 1 settembre, si è svolta la puja in qualche modo conclusiva delle cerimonie funebri, per la quale sono intervenuti altri importanti insegnanti di yoga stranieri; io ho riconosciuto Faeq Biria da Parigi e Manos Manouso da San Francisco, ma -ovviamente- non conosco certo tutti! Da giorni i bramini eseguivano i loro canti. Nella cerimonia è stata benedetta una grandissima quantità di cibo: minestra di verdure, legumi, crocchette di patate, yogurt con cipolla fresca e cetriolo, chapati, papad, ghee impastato con noccioline e miele….poi i sacerdoti hanno offerto questo cibo a tutti, centinaia di persone, su grandi foglie di banano..tutto buonissimo
…il dono del cibo (prasad) appartiene alla più antica tradizione indiana e simboleggia lo scambio sacro tra la divinità e i devoti, o pellegrini. Cibo a parte, mi ha fatto particolarmente piacere rendere omaggio a Geeta, la figlia di Guruji, grandissima insegnante di yoga. Speriamo che si senta di insegnare i prossimi giorni….

Alla fine, mi è venuto in mente che il caso ha voluto che assistessi a tutto il ciclo delle cerimonie per la morte di Guruji, forse unica tra tutti gli stranieri, quasi due settimane in totale. Nonostante ci siano stati alcuni momenti di noia in queste giornate, e certo un clima di molta tristezza e senso di perdita, è stata una esperienza indimenticabile immaginare, grazie alle cerimonie, il viaggio dell’anima dal corpo mortale alla completa liberazione o, secondo gli antichi testi indiani, fino a Vaikuntha, la dimora celeste di Vishnu. (settembre 2014)